Quando un’azienda manifatturiera deve investire in manifattura additiva?

Additive Manufacturing

Fonte: Industriaitaliana.it

L’additive manufacturing è la tecnologia migliore per realizzare pezzi di elevata complessità geometrica: riduce tempi, costi e semplifica i flussi.

Complexity for free” è la formula che spiega il successo dell’Additive Manufacturing (AM) a livello globale – che infatti cresce a doppia cifra e ha raggiunto l’anno scorso quota 15 miliardi di dollari di fatturato. Ci sono settori industriali che realizzano pezzi e componenti di complessità geometrica non convenzionale: ecco, è qui che l’Additive Manufacturing interviene validamente, per far sì che i tempi e i costi di produzione siano svincolati da questa problematicità, e riducendo al contempo la necessità di adattamento dello shopfloor. L’AM, cioè, è un grande semplificatore, ma va integrato correttamente nei processi senza pensare che possa sostituire del tutto la produzione convenzionale, che risponde invece ad esigenze quantitative che poco hanno a che fare con l’AM.

Qual è dunque l’errore più grave che un’azienda manifatturiera può commettere con l’AM? Quella di voler utilizzare la manifattura additiva per realizzare componenti progettati per la produzione convenzionale. E quali sono i settori maggiormente interessati all’AM? L’aerospace, soprattutto dopo l’introduzione dell’AM per i metalli; grazie a questa tecnologia si possono alleggerire i prodotti ed evitare complicati processi di giunzione; l’automotive, in fase di prototipazione; ma nel segmento premium anche per personalizzare il prodotto. E poi il racing, il biomedicale e la gioielleria.

Per leggere l'articolo completo clicca sul seguente link: Industriaitaliana.it

 

Tags: Aerospace, Industria 4.0, Innovazione, Additive Manufacturing

Stampa